Valsinni

Valsinni sorge sul confine settentrionale del Parco Nazionale del Pollino in una posizione panoramica sulla valle che si estende ai suoi piedi.

L’origine è antichissima. Sulla cima del Monte Coppolo, alle spalle del paese, sono visibili i resti dell’ acropoli, edificata nel IV secolo avanti Cristo, e della relativa cinta muraria a forma di blocchi squadrati, disposti a filari sfasati nel cui interno si trova anche una sorgente d’acqua. Si trattava di una città fortificata, che gli studiosi identificano con Lagaria, la mitica colonia greca che, secondo la leggenda, fu fondata da Epeo, costruttore del Cavallo di Troia.

Si chiamò Favale, che secondo il Racioppi significherebbe campo a culture di fave o, secondo altri, terra ricca di sorgenti d’acqua e fu feudo dei Sanseverino principi di Salerno, dei Vivacqua di Oriolo, dei Capaccio, dei Galeota, dei Morra.

ValsinniE proprio ai Morra il paese lega la sua storia in maniera indelebile. Infatti Valsinni è nota per aver dato i natali alla poetessa Isabella Morra, protagonista di un funesto evento consumatosi all’età di 25 anni nel 1546 nel castello medioevale. Isabella venne tragicamente uccisa dai fratelli per la relazione epistolare col nobile poeta di origine spagnola, Diego Sandoval De Castro, di Bollita (Nova Siri). I tre fratelli Morra non esitarono ad uccidere anche il castellano spagnolo e il precettore di Isabella per essere stato messaggero d’amore.

Della sua storia rimane memoria nel castello d’aspetto aragonese, ma già esistente in epoca medioevale, che dall’alto del profondo burrone su cui sorge domina il piccolo abitato, e nel Parco letterario a lei intitolato che ne ripercorre in maniera originale e coinvolgente tutta la vicenda.

Il castello è attualmente proprietà privata. Alcune stanze, che possono essere visitate, conservano  l’arredamento  interno dell’epoca ed altre sono state ristrutturate per conferenze ed importanti manifestazioni culturali.

Valsinni si distinse, nel periodo del Risorgimento ,  per il gran numero d’appartenenti alle associazioni segrete. Nel 1861, tragica fu l’incursione dei briganti, provenienti dal bosco di Colobraro. Si chiamò Favale fino al 1863, poi divenne Valsinni forse per la sua posizione nella valle del fiume Sinni.

Il borgo è un suggestivo intreccio di vicoli e passaggi coperti a volta, i cosiddetti “gafi”.

Nel centro storico merita una visita la chiesa Madre dedicata all’Assunta, riedificata nel 1853 sull’antica chiesa medioevale, che custodisce, fra le altre opere d’arte, un crocifiso ligneo del XV secolo. L’interno ha il soffitto a capriate di legno. A destra dell’ingresso si nota un’acquasantiera di grandi dimensioni, adibita in origine a fonte battesimale e la statua di cartapesta di San Donato. Nella terza cappella si fa notare un tabernacolo ligneo con tarsie, mentre nella quarta su un altare di marmo a tarsia c’è la bella statua a mezzo busto di San Fabiano, protettore del paese. Attenzione meritano il pulpito e l’organo del 1752, realizzati con legno decorato.

Sempre nel centro storico s’incontra la Cappella dell’Annunziata che contiene quattro affreschi: l’Annunciazione, la  Crocifissione ed altri due dipinti indecifrabili per le pessime condizioni di conservazione.

E poi c'è palazzo Mauri, che ingloba nella sua architettura un antico mulino di cui sono visibili ancora le grosse macine di pietra, testimonianza dell’antica tradizione  locale di mugnai.

Non lontano è il bosco di Gallinico al cui interno sorge il Parco attrezzato dei “Crisciuni” con aree pic-nic, parco giochi e un laghetto per la pesca sportiva.



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