Museo della Cultura Arbreshe
Il Museo della Cultura Arbëreshe di San Paolo Albanese è un luogo di valori tradizionali e un quadro di vita del passato, un luogo ed un modo di conservare, tutelare, valorizzare, promuovere l’identità culturale, territoriale, sociale, economica della comunità locale arbëreshe.
La struttura, inaugurata nel 1993, è stata ricavata riutilizzando vecchie costruzioni disabitate del centro storico.
Per la conservazione di elementi dell'originaria cultura balcanica, affinché la comunità non corresse il rischio di disgregarsi, a partire dagli anni Sessanta le popolazioni arb‘resh‘ di San Paolo e San Costantino, hanno avviato iniziative socio-culturali come manifestazioni folcloristiche, allestimento di mostre, ripresa di cerimoniali, ricerche sulla cultura originaria, sulle vicende storiche, sulle strutture linguistiche e sull'artigianato impegnandosi così anche nella realizzazione di un museo di tradizioni e cultura popolare arb‘resh‘.
Il Museo è aperto tutto l’anno ed espone costumi tradizionali e oggetti della vita quotidiana, come quelli utilizzati per la lavorazione della ginestra, oltre a ricostruire ambienti delle case contadine, utili a comprendere ancora più a fondo le tradizioni e la storia di questi popoli albanesi trapiantati nelle terre del Pollino di cui hanno assorbito, arricchendola con elementi loro propri, la cultura.
È documentata la cultura orale, popolare, agropastorale; sono testimoniate le radici e la identità della minoranza etnico-linguistica arbëreshe.
Il costume tradizionale rappresenta uno degli elementi più singolari e interessanti del patrimonio culturale di questa comunità e, infatti, una sala è dedicata all'esposizione dei costumi.
Splendido per i colori vivissimi, i ricami, i nastri e gli ori, è l'abito indossato dalle donne albanesi di San Paolo e san Costantino nelle cerimonie e nelle nozze.
Elementi caratteristici di questi costumi sono la "kamizolla", una gonna di pesante panno rosso plissato (originariamento di tessuto di ginestra) ornata da strisce di seta alternate bianche e gialle: la "linja", camicia riccamente ornata di merletti; la "vandera", un quadrato di seta ricamato; "kenzo", un copricapo ricamato in oro con due spilloni d'argento ("spingulat") e una trina che scende sulla spalla sinistra ("napeza"). Più semplice e quasi disadorno è il costume maschile, composto da un gilet di panno rosso, una camicia bianca con maniche larghe, pantaloni di panno nero stretti e chiusi ai lati da una fila di bottoni lunga fin sotto il ginocchio, pesanti calze di lana bianca, un paio di ghette, un cappello sormontato da un cono dal quale pende un ciuffo di nastri colorati.
Le funzioni della struttura espositiva sono completate dalla biblioteca specialistica per albanofoni, creata nel 1979, dalla mostra degli "Oggetti dalla memoria", allestita nel 1987, e dal laboratorio artigianale ultimato nel 2000.
Come arrivare:
In auto
Dalla S.S. 106 Jonica, tra Policoro e Nova Siri si svolta per la S.S. 653, Sinnica, e si prosegue per 22 km; dopo Valsinni si svolta a destra per la S.S. 92, Sarmentana, e si prosegue per 14 km fino al bivio di Noepoli;
dall’A3 SA-RC, all’uscita Lauria nord, si svolta per la S.S. 653, Sinnica, e si prosegue per 36 km; dopo Francavilla sul Sinni si svolta a destra verso la bretella per la S.S. 92, Sarmentana, e si prosegue per 5 km fino al bivio di Noepoli;
dal bivio di Noepoli si continua sulla S.S. 92, Sarmentana, per altri 7 km, e si svolta prima a sinistra e subito dopo 0,5 km a destra sulla S.S. 481; si prosegue per 4 km sulla S.S. 481 e si svolta a destra verso la S.P. 64 che porta, dopo 3 km a San Paolo Albanese.
In treno
Stazione di Policoro-Tursi