Museo Leone

Nel Museo Leone le ricche collezioni del notaio Camillo Leone offrono la preziosa opportunità di ripercorrere la storia dell’uomo dalla lontana preistoria all’Ottocento.

Il Museo ha sede in due edifici storici: CASA ALCIATI e PALAZZO LANGOSCO, collegati nel 1939 da una manica di raccordo.

L’ingresso da via Verdi immette nel cortile di un antico edificio costruito  all’inizio del XVI secolo per i nobili Alciati, proprietari terrieri del vercellese. Presenta la tipica pianta, di derivazione romana, con stanze disposte attorno ad un cortile centrale, pressochè quadrato, con porticato al pianterreno ad archi a tutto sesto, sorretti da colonne di serizzo, che si ripetono con dimensioni ridotte al primo piano. La struttura semplice, ma elegante è arricchita da un ciclo di affreschi coevo, che decora le pareti di nove stanze. Fu riportato alla luce durante il restauro dell’edificio, realizzato tra il 1930 e il 1934 dall’ingegnere Paolo Verzone.

La costruzione di palazzo Langosco, che ospita al primo piano le collezioni di arte decorativa, fu realizzata a metà del XVIII  secolo su commissione del conte Gioachino Ignazio Langosco di Stroppiana. I due edifici preesistenti furono uniti a nord da un nuovo corpo di fabbrica, dando origine ad una costruzione a due piani con pianta di forma trapezoidale aperta. I prospetti sono caratterizzati da “cartelle” con festoni floreali in stucco, che sovrastano le finestre. Lo stucco è utilizzato anche all’interno, ad esempio nella decorazione delle volte dell’atrio, dal quale si diparte lo scalone a tre rampe, che conduce al piano nobile. Affreschi con piacevoli decorazioni di soggetto mitologico decorano le volte di quattro saloni e un camerino.

Già abitazione del notaio Leone, divenne, a partire dal 1910, sede delle sue collezioni. In occasione del riallestimento del Museo nel 1939 l’edificio fu modificato con la costruzione di un loggiato d’angolo ad unione del lato sud con quello ovest, per la necessità di rendere continuo e circolare il percorso di visita.

Museo Leone

Questi due edifici antichi furono collegati da una manica di raccordo, realizzata dall’ingegnere torinese Augusto Cavallari Murat, nel 1939, per ospitare le collezioni archeologiche e quelle attinenti la storia della città. Progetto interessante dal punto di vista museografico, pensato in funzione degli oggetti da esporre, ha come fulcro scenografico il grande salone a forma di aula basilicale romana, denso di simboli storico-politici.

Il Museo ha origine dalle volontà testamentarie del notaio Camillo Leone in favore del locale Istituto di Belle Arti (scuola di disegno con scopi di qualificazione del lavoro artigianale e di tutela e conservazione dei beni artistici del territorio), di cui era amministratore.

Per la formazione della raccolta archeologica fu determinante il rapporto di Camillo Leone con il padre barnabita Luigi Bruzza, storico e archeologo, documentato da una fitta corrispondenza, da cui traspare la finalità comune di documentare la storia della città con concreti dati archeologici, rilevati anche da numerose epigrafi, rinvenute nel territorio vercellese. Esse costituiscono il nucleo del Museo Lapidario, allestito nel 1880 nel chiostro dell’abbazia di S.Andrea e intitolato all’illustre archeologo. L’importante raccolta, che comprendeva anche reperti di età romana e medioevale, fu trasferita nel 1934 al museo Leone.

Ad illustrare la storia della città contribuisce anche la ricchissima collezione di Cinquecentine e Incunaboli (circa 1100 volumi), tra cui prevalgono  edizioni curate da stampatori vercellesi e trinesi.

Nel barocco palazzo Langosco sono invece allestite le eclettiche raccolte di arte decorativa, che andarono formandosi parallelamente a quelle del museo civico di Torino, testimonianza degli stretti rapporti di amicizia e di comuni intenti tra il collezionista vercellese e  il vivace ambiente culturale della capitale sabauda. Nelle sale restaurate da pochi anni sono esposti vetri soffiati veneziani, maioliche delle principale manifatture italiane, abiti del Settecento, preziosi arredi  dal XIII al XVI secolo.



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