Palazzo Corsini
Il palazzo Corsini, splendido esempio di architettura civile del Settecento, ha una lunga storia che inizia nella seconda metà del XV secolo. Nel 1492 Raffaele Sansoni Riario, Cardinale titolare della chiesa di S. Giorgio al Velabro e nipote di Papa Sisto IV della Rovere, acquistò una vigna posta sulla via della Lungara. A partire dal 1511 si iniziò a costruire il palazzo, presumibilmente terminato entro il 1518.
Dall'anno 1593 i Riario iniziarono ad abbandonare il palazzo, stabilendosi nell'altra proprietà familiare situata in Borgo. Tra i primi anni del Seicento e la fine di quel secolo, pur rimanendo proprietà dei Riario, venne costantemente affittato a innumerevoli personaggi di spicco, fino all'acquisto avvenuto il 27 luglio 1736, per un ammontare di 70.000 scudi romani da parte dei fratelli Neri junior e Bartolomeo II Corsini, che comprarono anche i terreni limitrofi, il bosco e il casino sul Gianicolo.
La famiglia Corsini, elevata a rango di principi romani dal 1731, era originaria di Firenze, dove in quella città ricoprì prestigiose cariche. A questa famiglia appartenne Lorenzo, Papa con il nome di Clemente XII, che pontificò dal 1730 al 1740. Fu proprio in seguito all'elezione al soglio pontificio di un membro del casato che venne acquistato il palazzo Riario alla Lungara, con l'intento di ampliarlo con la costruzione di un edificio degno di un Papa.
Il nuovo palazzo fu tenuto dalla famiglia Corsini fino al 1883 quando, considerando che parte della famiglia era tornata in Firenze, che le spese di manutenzione erano elevate e che il vincolo imposto dalla legge del giugno 1871 impediva il trasferimento delle opere d'arte e della biblioteca del palazzo a Firenze, il principe Tommaso Corsini decise di venderlo per 2.500.000 lire allo Stato Italiano, che vi collocò la sede della antica e prestigiosa istituzione culturale dell'Accademia dei Lincei.